In questi due brevi articoli riportiamo i dati di alcune ricerche che sottolineano l’importanza della connessione tra i germi intestinali, il cosiddetto microbiota, e la comparsa di disturbi a livello mentale. Il corpo umano è colonizzato da un gran numero di batteri: quello che una volta veniva chiamato “microflora” e che oggi definiamo meglio come “microbiota”. Il termine “microbioma” si riferisce invece all’insieme dei geni dell’intero microbiota.
Queste ricerche aprono alcune possibilità nel trattamento del tutto nuovo di alcune patologie che da decenni, preoccupano l’ambiente medico, e che oltre ad essere in continua crescita sembrano non avere notevoli possibilità terapeutiche. Quindi vedremo un possibile effetto dei germi intestinali sia sui disturbi legati all’autismo sia sul problema della depressione.
Il secondo studio dice che i batteri intestinali possono avere un impatto sulla salute mentale di alcuni pazienti. La ricerca apre le porte a possibili trattamenti per la depressione basati sull’utilizzo di probiotici.
I microbi che colonizzano l’intestino umano possono avere un impatto sulla salute mentale, questo afferma un importante studio che ha approfondito il rapporto tra salute e batteri che vivono nel nostro intestino.
Alcuni ricercatori in Belgio hanno scoperto che le persone affette da depressione avevano costantemente bassi livelli di batteri noti come Coprococcus e Dialister, indipendentemente dal fatto che assumessero antidepressivi o meno.
Se questa scoperta, per ora preliminare, resiste ad ulteriori controlli , potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti per i disturbi della salute mentale basati sulla somministrazione di probiotici. Il termine probiotico deriva dal greco pro-bios e significa a favore della vita, secondo la definizione del Ministero della Salute il termine probiotico si riferisce a quei microrganismi che, una volta ingeriti in adeguate quantità, hanno la potenzialità di esercitare funzioni benefiche per l'organismo come aumentare i livelli di batteri "buoni" nell'intestino.
Jeroen Raes dell'Istituto delle Fiandre per le biotecnologie all'Università Cattolica di Leuven ha condotto test medici e utilizzando le cartelle registrate dai medici di medicina generale ha cercato i possibili legami tra depressione, qualità della vita e microbi presenti nelle feci di oltre 1.000 persone inserite nel al Progetto Flemish Gut Flora.
In questo studio è stato visto che due tipi di germi, vale a dire il Faecalibacterium e Coprococcus, erano entrambi più comuni nelle persone che affermavano di godere di una buon livello di salute mentale. Al contrario quelli con depressione avevano livelli inferiori alla media di Coprococcus e Dialister.
Lo studio riportato su Nature Microbiology non dimostra in modo automatico che i microbi intestinali influenzino la salute mentale. È possibile che l'effetto possa essere l’opposto ovvero che la salute mentale di una persona possa avere un impatto sugli stili di vita e sui germi che prosperano nel loro intestino. Ma negli esperimenti di follow-up, Raes e il suo team hanno trovato prove che i microbi intestinali possono “dialogare” con il sistema nervoso umano producendo neurotrasmettitori che sono cruciali per raggiungere e mantenere una buona salute mentale.
AIcuni ricercatori hanno valutato se i batteri intestinali abbiano in generale un mezzo per comunicare con il sistema nervoso, attraverso il loro DNA ". "Abbiamo scoperto che molti germi possono produrre neurotrasmettitori o precursori di sostanze come la dopamina e la serotonina". Sia la dopamina che la serotonina hanno ruoli complessi nel cervello e loro squilibrio è stato a lungo legato alla depressione.
I microbi che vivono al di fuori del corpo, ad esempio quelli che si trovano nei terreni, non sono in grado di produrre lo stesso tipo di neurotrasmettitori, ha detto Raes, forse perché non si sono co-evoluti con gli umani e quindi non hanno imparato a trarre vantaggio dal sistema nervoso del loro ospite.
Se i bassi livelli di batteri sono in parte da incolpare ad una eventuale comparsa di depressione, questa osservazione aprirebbe la porta a trattamenti a base di probiotici allo scopo di aumentare le loro popolazioni nell'intestino. Ma Raes ha detto che la connessione deve essere prima provata. Questo prevede la crescita di particolari germi in laboratorio, per vedere quali sostanze producono, per poi testare i loro effetti sugli animali e conseguentemente trattarli con probiotici adeguati. Solo allora gli scienziati potrebbero prendere in considerazione le sperimentazioni sull’uomo.
In due rapporti separati, sono stati pubblicati su Nature Biotechnology, nel primo in Cina e nel secondo grazie ad una collaborazione tra Regno Unito e Australia viene descritta la modalità con cui hanno sequenziato il DNA di oltre 100 nuove specie di microbi intestinali. Il lavoro ha prodotto la lista più completa di batteri intestinali trovata fino ad oggi nell’intestino umano.
Questo vasto catalogo di germi intestinali umani aiuterà gli scienziati a identificare quali batteri sono presenti nei corpi dei pazienti e a condurre ricerche su nuovi trattamenti per condizioni numerose e variegate come la sindrome dell'intestino irritabile, le allergie e l'obesità.
Come si può vedere dei risultati di queste ricerche lo studio del rapporto tra i germi intestinali anche detto microbiota ed il nostro organismo col passare degli anni sta diventando un aspetto fondamentale per capire in modo più approfondito la salute del nostro organismo. La maggior parte dei ricercatori pensa di essere all’inizio di un nuovo settore di ricerca dove andranno approfonditi i rapporti tra il patrimonio genetico delle cellule del nostro organismo il patrimonio genetico molto più grande di questi numerosi germi che albergano il nostro intestino. In altre parole si cercherà di studiare la complessità, non più di un solo organismo come stato fino adesso il nostro corpo, ma l’interazione tra due organismi differenti e complessi la cui convivenza ha permesso nel corso di centinaia di migliaia di anni di permettere la crescita della specie umana.
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di Ian Sample Science Editor
New York Times interattive
https://www.nytimes.com/interactive/2017/07/31/health/microbiome-quiz.html
https://www.nytimes.com/2017/08/24/science/gut-bacteria-hadza-diet-health.html