La Harvard Business Review nel 2013 ha pubblicato un articolo che riguarda l'esperienza di una Organizzazione americana senza fini di lucro la Intermountain che ha focalizzato l'assistenza ad una particolare tipologia di pazienti che negli USA chiamano Hotspotter. Con questo termine si intende quella popolazione di malati che incide in modo sproporzionato sui costi sanitari e che in genere è rappresentata dai pazienti piu fragili, anziani, affetti da piu patologie e con criticità sociali ed economiche. Dallo studio di questi pazienti è possibile individuare forme di assistenza e percorsi di cura, oltre che nuove forme organizzative, utili a cercare di ridurre il costo sanitario di questi malati.
Negli USA per paziente “ hotspotter” si intende un malato che incide significativamente sui costi sanitari per un elevato utilizzo di servizi assistenziali intra ed extraospedalieri.
In questo paese, i vari fornitori di assistenza sanitaria sono impegnati ad affrontare un cambiamento fondamentale nella erogazione e rimborso dei servizi assistenziali, passando da un tradizionale rimborso per le procedure eseguite, ad uno che premia il fornitore di servizi, in base al livello di salute della popolazione raggiunto in modo da offrire ad una comunità un pacchetto di cure totali ad un costo fisso.
Questo cambiamento epocale nel settore sanitario dovrà essere applicato in particolare nei pazienti ad alto utilizzo di servizi sanitari . Negli Stati Uniti l’1% dei pazienti ad alto costo ( hotspotter) consumano circa il 28 % del totale dei costi della assistenza sanitaria, mentre il 5 % dei pazienti hotspotter incidono per più del 50 % dei costi sanitari.
E' stato appurato che il paziente hotspotter utilizza i servizi sanitari in media 41 volte nel corso di 5 anni, rispetto alle sei volte del paziente medio. È evidente che con una riforma sanitaria che prevede in futuro il rimborso a quota fissa per ogni paziente o gruppo di pazienti , la categoria degli hotspotter potrà essere vista come un incubo per i fornitori di servizi sanitari. Intermountain, una organizzazione senza scopo di lucro attiva in Utah ed Idaho, che gestisce 22 ospedali e 185 cliniche, ha cercato di comprendere meglio le caratteristiche del paziente ad alto costo, cercando di immaginare le strutture organizzative ed i servizi necessari per affrontare questo cambiamento nella sanità, e domandandosi cosa è meglio per questi pazienti e per la comuinità e come poter fornire la massima qualità al minor costo?
Dai primi risutati si evidenzia:
Secondo l’esperienza della Organizzazione Intermountain approfondire e comprendere il punto di vista del paziente diventa una parte essenziale per individuare le possibili soluzioni.
In base ad un indagine effettuata su questi pazienti è stato visto che: la maggior parte dei malati si lamenta dello scarso coordinamento , gli stessi richiedono un maggior aiuto per comprendere e gestira la complessita del loro percorso di cura. Sebbene si dimostrino grati per le cure ricevute comunque si lamentano per la scarsa qualità di vita.
Due pazienti su tre attribuiscono a se stessi la mancanza di miglioramento. Il 57 % hanno indicato la scarsa cura di se stessi come motivo del non miglioramento ed una percentuale piu alta (il 63%) indica nella depressione od in altri problemi mentali la causa principale del deteriorarsi della salute. E’ evidente quindi oltre a migliorare la organizzazione ed i percorsi di cura è necessario un supporto di tipo educativo e motivazionale.
Dalla tipologia dei pazienti assistiti dal Intermountain si è visto :
Erano 20.000 i pazienti assistiti da Intermountain nella categoria del 1 % ad alto costo. Ed 89 % tra questi sono rimasti in questa categoria per i 5 anni consecutivi. Questi 89 pazienti hanno inciso per una spesa di 40 milioni di dollari per la loro assistenza.Più di un quarto riguardava pazienti con problematiche renali ( 11 milioni di spesa).
Questo tipo di analisi fornisce informazioni utili nel cercare di ottimzzare le forme di assistenza. Per esempio si vede:
Un dato interessante riguarda la fase terminale di malattia che incide per l’8 % dei costi( ultimi 6 mesi) ed il 12 % ( ultimo anno) del costo totale del 5 % dei pazienti hotspotter.
Le informazioni ricavate da questo studiio indicano che è opportuno considerare cambiamenti significativi alle tradizionali forme di assistenza, attivando pratiche basate su soluzioni verificate sul campo con l’obiettivo di migliorare i risultati clinici con un ridotto costo complessivo per la comunità. Non è limitando la cura che si riducono i costi, ma focalizzando gli interventi su quelli piu fragili e bisognosi che sono anche quelli più onerosi economicamente.
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